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Nell’estate del 2016 ha fatto vibrare il suolo francese e mezza Europa. “Huh”, corale, tutti assieme, un ritmo scandito e cadenzato all’unisono che accelera in un climax ascendente. Aron Gunnarsson, il capitano dell’Islanda, dà il tempo, dietro di lui i guerrieri e compagni di squadra della prima storica spedizione all’Europeo lo seguono.
Le braccia spalancate, gli occhi fissi rivolti verso i tifosi. L’8% della popolazione islandese ha seguito la squadra in Francia e proprio allo Stade de France si chiude l’epopea vichinga, sconfitti 5-2 dai padroni di casa, nei quarti di finale. “Huh”, ancora una volta, e poi un battito di mani; “Huh”, sempre più veloce, in un silenzio assordante. Sugli spalti c’è anche Guðni Jóhannesson, il presidente dell’Islanda, che declinando la tribuna d’onore, va in curva. In mezzo alla sua gente, perché anche la sua voce conta. Per far tremare l’Europa.
Si Hollande était dans le KOP francais comme l’était ce soir le président islandais, jpense pas qu’on serait sympa! pic.twitter.com/E8NMND2nHd
— Seb C b1 (@rivier_seb) 3 luglio 2016
La “Viking clap” o “Geyser sound” è il coro che caratterizza l’Islanda e che traghetterà la nazionale, dopo la storica apparizione agli Europei del 2016, al prossimo Mondiale in Russia. Anch’esso un “unicum” nella cronistoria dell’isola scandinava. Il palcoscenico ideale per superare latitudini e longitudini ed espandere ancor di più il loro “Huh”. Ecco, Gylfi Sigurðsson&soci hanno reso planetaria questa esultanza, ma risalendo la corrente per arrivare all’origine e alla nascita di questo simbolo di unione tra calciatori e tifosi, possiamo dire che certamente non è nato in Islanda.
Da un’isola ad un’altra, si va in Scozia. E’ Jóhann Bianco, colui che ha l’onore di dare il ritmo attraverso il tamburo, a raccontare l’aneddoto in un video emozionante e intenso: Jóhann, che fa parte dei “Tólfan” (Il dodicesimo uomo), gruppo organizzato e ufficiale che sostiene l’Islanda con cori e coreografie, spiega che tutto è iniziato nell’estate del 2014.
Lo Stjarnan, squadra della città di Garðabær, si qualifica per preliminari di Europa League, dove, dopo aver superato Bangor City, Motherwell e Lech Poznan, giunge fino ai play-off, dove viene sconfitta dall’Inter per 3-0 in Islanda e per 6-0 a San Siro.
E’ la trasferta a Motherwell, però, la genesi di questo racconto: i 22 tifosi islandesi che arrivano al Fir Park rimangono impressionati da questo coro ritmico, sulla base di “Since I Was Young”, che coinvolge tutti i supporter scozzesi.
Nel match casalingo contro l’Inter, decidono così di replicarlo all’insaputa di tutti gli altri sostenitori. Jóhann Bianco era presente allo stadio, anche lui rimane folgorato, manda un messaggio a un suo amico dall’altra parte della tribuna, è la scintilla: «Portiamo questo coro in nazionale!».
La storia, però, affascina perché è imprevedibile e ricca di contaminazioni. In Inghilterra, i fan del Middlesbrough sono stati accusati di plagio per aver portato all’interno del Riverside Stadium il “Viking Clap”. In realtà esiste un video del 2013 che darebbe proprio ai supporter del Boro la paternità del gesto. O forse no? Sì, perché anche dalla Francia è partita una richiesta di rivendicazione: arriva direttamente da Lens e a vedere il video, anch’esso del 2013, le similitudini sono evidenti.
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Onore comunque all’Islanda che ha raggiunto un’altra conquista: il loro simbolico coro è apparso anche nel videogioco Fifa18, versione Mondiali di Russia!
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