Calcio

Spy story, l’Inghilterra minaccia il ritiro dai Mondiali di Russia

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Mancano 99 giorni all’avvio dei primi campionati del mondo di calcio organizzati dalla Russia ed in attesa di assistere alle partite sul terreno di gioco, è tra le cancellerie internazionali che si svolgono i primi scontri.

Il ministro degli esteri britannico, Boris Johnson, ha infatti dichiarato che il presunto avvelenamento dell’ex spia russa Sergei Skripal mette a rischio la partecipazione dell’Inghilterra ai mondiali di Russia 2018. Come affermato dal capo del Foreign Office:

Sarebbe difficile procedere normalmente con la partecipazione del Regno Unito ai mondiali di calcio se emergessero nuovi comportamenti ostili da parte di Mosca e in particolare prove di un coinvolgimento del governo russo nel presunto avvelenamento di Sergei Skripal

Il possibile boicottaggio di Russia 2018 coinvolgerebbe anche a Scozia e Irlanda del nord.

 

Tuttavia dopo poche ora lo stesso Johnson è ritornato sui suoi passi, dichiarando di riferirsi al possibile forfait di funzionari e dignitari del governo britannico e non certo della squadra di calcio.

Dal canto suo il Cremlino considera «una follia» il possibile boicottaggio da parte di Londra e ha fatto sapere di non avere alcuna informazione su quello che ha definito un tragico incidente; si è inoltre detto pronto a collaborare se richiesto dalle autorità del Regno Unito. L’ambasciata russa a Londra ha invece attaccato i media anglosassoni parlando di una pianificata «campagna di denigrazione» e «demonizzazione» nei confronti del governo Putin.

L’ex colonnello del Kgb Skripal, 66 anni, e sua figlia Yulia di 30 sono tuttora ricoverati in condizioni critiche nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Salisbury, dopo essere stati trovati domenica 4 marzo privi di sensi, ma senza ferite o segni di violenza, sulla panchina del centro commerciale “The Maltings”, a Salisbury, una città a 150 chilometri sud-ovest di Londra.

La vicenda di Skripal ricorda per alcuni aspetti quella di Alexander V. Litvinenko, un ex ufficiale dei servizi segreti russi. Nel novembre del 2006 si ammalò gravemente dopo avere bevuto un tè, nel quale era stato disciolto del polonio radioattivo, durante un incontro con alcune persone in un albergo di Londra. Morì alcuni giorni dopo, portando a una grande indagine che consentì di identificare le persone che aveva incontrato nell’hotel, e sospettate di averlo avvelenato. L’uccisione di Litvinenko portò a forti tensioni diplomatiche tra il Regno Unito e la Russia. Putin ha sempre negato ogni coinvolgimento e si è sempre rifiutato di fare estradare le due persone sospettate, una delle quali è ora parlamentare in Russia.

Pugliese emigrato a Mosca, tifosissimo del Milan, convinto che lo sport possa contribuire a rinsaldare i legami tra popoli e culture differenti, è “la voce dalla Russia” di Mondiali.it

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