Calcio

Se retira el diez: l’ultima partita di Diego Armando Maradona

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Maradona, ultimo atto. Il 25 ottobre 1997 il Pibe de Oro si ritira ufficialmente dal calcio giocato. Chiude la sua carriera con la maglia con cui era esploso dopo gli inizi all’Argentinos Juniors. Allo stadio Monumental di Buenos Aires c’è il Superclasico tra River Plate e Boca Juniors. Diego ha già in mente di dire addio, non è la prima volta che lo fa, ma questa sarà davvero l’ultima.

«Se retira el diez» dopo ventuno stagioni, 692 partite ufficiali, 352 gol, quattro partecipazioni e 21 partite ai Mondiali. Una coppa del Mondo con l’Albiceleste, due campionati italiani con il Napoli e un titolo argentino con il Boca.

Diego Armando Maradona non poteva scegliere teatro migliore per lasciare il calcio a 37 anni. La partita che sognava da bambino con i rivali di sempre. Prima di Barcellona e di Spagna ’82, prima di Napoli, dei suoi eccessi, dei suoi trionfi, prima delle gioie e dei dolori con l’Argentina, prima della Mano de Dios e del Gol del Siglo. Il 10 aprile 1981 Diego aveva segnato il suo primo gol nel clasico al suo esordio.

Maradona nel Superclasico del 1981

Sedici anni dopo, davanti a quasi 70mila spettatori, i gialloblu del Boca espugnano il Monumental degli odiati rivali del River. I padroni di casa vanno in vantaggio con Sergio Berti, ex di entrambe con un passato anche in Italia nel Parma. Maradona abbandona il campo all’intervallo, sostituito da uno dei suoi tanti eredi designati, Juan Roman Riquelme. Nel secondo tempo gli ospiti firmano la rimonta con Torresani e Martin Palermo. I maligni dissero che il ritiro di Diego fu strumentale per evitare un nuovo caso di doping. Voci mai confermate che alimentano quell’aura di mistero e leggenda, di genio e sregolatezza da sempre fedeli compagne di vita del Diez.

Di fatto, lasciava il più grande giocatore della storia, al pari di Pelè. O forse più del brasiliano visto che, a differenza di O’Rey, Maradona era stato un fuoriclasse assoluto anche nel calcio più importante, quello europeo. Disse di lui uno che aveva per anni provato a fermarlo nelle eterne sfide con il Milan, Franco Baresi.

Maradona era il più grande di tutti perché faceva con le arance quello che a noi calciatori sembrava impossibile fare col pallone

Diego Armando Maradona e Franco Baresi

 

Giornalista, nato e cresciuto nella provincia barese con pezzi di cuore sparsi tra Roma e Liverpool, a metà tra Penny Lane e Strawberry Fields. Segue il calcio da quando Andrè Escobar segnava nella propria porta a Usa ‘94 mentre Roberto Baggio riceveva palla da «un’iniziativa di Mussi sulla fascia destra» . SCOPRI LO SCONTO UTILIZZANDO IL COUPON: VINCENZOP

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