Il sogno di ogni giocatore è vincere grandi trofei e riportare la propria squadra in vetta al mondo. Non è da meno Lionel Messi, che dall’alto dei suoi numeri da record legati alle performance in campo, conserva questo grande sogno nel cassetto con la speranza e l’intenzione di realizzarlo proprio ai Mondiali di Russia 2018.
Ecco come si racconta ai microfoni dell’emittente argentina America Tv:
Arrivare in finale e sollevare quella coppa è tutto quello che desidero. Immagino sempre di poter giocare questa finale, vincerla e alzare la coppa. E’ il sogno di una vita e ogni volta che arriva un Mondiale questo sogno è sempre più ricorrente. Per questo piansi nel 2014: sappiamo quanto è difficile vincere un Mondiale e arrivarci così vicino è stato doloroso
Per il calciatore argentino la Coppa del Mondo è un tassello mancante all’interno della sua carriera eccezionale e alla prossima competizione iridata vuole dare il massimo per offrire al suo paese quel trofeo che non vince ormai da tanto tempo.
Spero che questo sia un grande Mondiale per tutti noi, è quello che sogna tutto il Paese. Andrò in Russia con grande voglia di riportare la coppa in Argentina. Sembra che raggiungere tre finali sia inutile. Se non diventeremo campioni in Russia ci chiederanno di lasciare tutti la nazionale
Il suo pensiero fisso verso la prossima competizione mondiale si aggiunge ai suoi attuali impegni con il Barcellona, ma per affrontare tutto senza farsi sopraffare dalle pressioni inevitabili del suo lavoro Messi ha un segreto: la sua famiglia:
Quello che mi fa dimenticare di tutto è la mia famiglia, con l’arrivo del primo figlio sono cambiato, non mi concentro solo sul calcio anche se non mi piace né perdere né pareggiare. Ma la prendo in modo diverso, ci sono cose più importanti di una partita. Tutti vogliamo vincere ma a volte non si può, il calcio è pieno di sorprese e non vince mai il migliore. Ma ho imparato a conviverci
Tra il sogno della Coppa e il suo amore incondizionato per la famiglia, durante l’intervista si affrontano anche altri temi legati al suo paese d’origine e al suo possibile ritiro un giorno non ancora troppo vicino. Il fuoriclasse non ha ancora intenzione di appendere le scarpe al chiodo e non immagina nemmeno come potrebbe essere quel momento, ma sa bene che non sarà facile:
È difficile pensare di non fare più quello che sto facendo oggi. Non ho idea di quello che farò, di dove starò, di dove andremo a vivere… Mi piacerebbe fare tutto quello che non ho mai potuto, per via di questa professione. Ma non so se sarò a Barcellona o se tornerò a Rosario.
Ma l’idea di tornare nei quartieri che frequentava durante l’infanzia non è molto allettante ed è motivo di grande confusione per il campione argentino:
Mi dispiace vedere come stia oggi l’Argentina. Il mio pensiero è quello di tornare un giorno a Rosario e godermi la mia città, come non ho potuto fare da quando sono andato via. Però il tema dell’insicurezza mi preoccupa. C’è il rischio di essere uccisi per un orologio, una bicicletta, una moto. I furti ci sono in tutte le parti del mondo, ma non poter camminare per paura di essere rapinato o ancora peggio, è una follia. Quando ero piccolo, ricordo che stavamo in strada dalla mattina fino alle 9-10 di sera e non succedeva nulla di nulla. So che non è possibile tornare a quei tempi, ma che almeno si possa vivere di nuovo in sicurezza.
Nel frattempo, però, preferisce concentrarsi su obiettivi più immediati, sicuramente legati al suo Barcellona, ma già proiettati verso la Russia, per realizzare quel grande sogno insieme alla nazionale argentina e alzare la Coppa con la maglia da Capitano.
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