Basket

Scusate il ritardo: l’Italbasket torna ai Mondiali. Aspettando i big…

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Tredici anni dopo l’Italbasket tornerà a giocare un Mondiale. La vittoria in scioltezza contro l’Ungheria (75-41) consegna agli uomini di Meo Sacchetti il pass per il torneo in Cina dal 31 agosto al 15 settembre. Match senza storia, in cui gli azzurri hanno concesso le briciole agli avversari. Prova ne sono i soli 41 punti concessi in quaranta minuti. Se nel 2006 la Nazionale si era qualificata ai campionati del Mondo solo grazie a una wild card, il roster attuale si è guadagnato sul campo il meritato visto per la Cina. Orfana dei suoi big (Belinelli, Datome, Gallinari) questa è una squadra operaia che andrà in Paradiso con i vari Aradori, Filloy, Gentile, Della Valle, Biligha, Cinciarini. E con un coach che trasforma in oro tutto quello che tocca.

Non l’ho portata io, ma tutti i ragazzi anche quelli che sono venuti ai raduni e non hanno giocato. Fanno tutti parte di questo gruppo. In Olanda c’è stato l’unico sbaglio, che poi abbiamo recuperato. Abbiamo difeso molto bene e siamo stati bravi

Sacchetti Re Mida

Solo una settimana fa portava Cremona alla vittoria della Coppa Italia contro Brindisi. Oggi è il condottiero dell’Italbasket che ritorna ai Mondiali. La consacrazione definitiva di un coach con le imprese a Sassari (scudetto, Coppa Italia e Supercoppa italiana tra il 2014 e 2015). Undici vittorie su tredici per i suoi azzurri, l’ultimo match sarà in Lituania per chiudere al meglio il girone J. Ora l’obiettivo è andare in Cina da protagonisti, lo stesso presidente della Federazione, Gianni Petrucci, non si nasconde:

Abbiamo coronato un sogno ma è solo il primo tempo. Andremo in Cina per ottenere un bel piazzamento e staccare il pass per i Giochi Olimpici. Anche lì manchiamo da troppo tempo

E magari al Mondiale potrebbero tornare i big per riportare l’Italbasket ai fasti di un tempo con Myers, Basile e Fucka. La Nazionale operaia ha bisogno dei suoi massimi talenti: Belinelli, Datome, Gallinari, lo stesso Melli. Ne gioverebbe l’intero movimento cestistico italiano, un po’ dimenticato e snobbato dai suoi stessi prodotti migliori.

Giornalista, nato e cresciuto nella provincia barese con pezzi di cuore sparsi tra Roma e Liverpool, a metà tra Penny Lane e Strawberry Fields. Segue il calcio da quando Andrè Escobar segnava nella propria porta a Usa ‘94 mentre Roberto Baggio riceveva palla da «un’iniziativa di Mussi sulla fascia destra» . SCOPRI LO SCONTO UTILIZZANDO IL COUPON: VINCENZOP

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